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Donnarumma a Sky: “Ero dell’Inter, ora voglio essere una bandiera”

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Domani, sabato 9 gennaio, alle ore 19.15 su Sky Sport 1 HD andrà in onda un nuovo appuntamento con “Saranno Signori del Calcio”; protagonista il giovane portiere rossonero Gianluigi Donnarumma. L’intervista sarà trasmessa poco prima della sfida tra Roma e Milan. Ecco un estratto di Donnarumma a Sky:

“Le ore prima del mio esordio? Mi ha chiamato il sabato Mihajlovic, prima dell’allenamento, e mi ha fatto un lungo discorso, spiegandomi tutto, e ha detto che avrei giocato io domenica. E’ stato emozionante all’inizio; mi ha chiesto anche se avessi paura e subito ho risposto di no, ma lui già sapeva di poter contare su di me.

Dopo l’allenamento sono uscito e non vedevo l’ora di chiamare a casa. Ho preso il telefono e ho chiamato prima i miei genitori, gli ho spiegato tutto e mi hanno detto che la mattina sarebbero subito partiti per venire; il secondo è stato mio fratello; la sera prima gli avevo già accennato qualcosa, non che lo sapessi, ma mi aspettavo qualcosa.

Non ho paura di cambiare, perché vengo da una famiglia e due genitori che mi hanno sempre insegnato l’umiltà e l’educazione prima di tutto, e continuano a farlo; quindi non penso di cambiare.

Per me lasciare una città come Castellammare è stato molto difficile, perché lasciare amici e famiglia all’età di 14 anni è molto difficile, ma pian piano dovevo abituarmi, se volevo continuare ad inseguire il mio sogno. All’inizio però è stata dura.

Con Galliani il rapporto è sempre stato lo stesso, anche quando non giocavo mi ha sempre trattato bene, mi ha sempre fatto sentire importante.

La prima volta che ho incontrato Berlusconi? Per prima cosa mi ha detto “Quanto sei alto!”, poi mi ha fatto i complimenti per quello che sto facendo.

Io spero di andare avanti così; mi alleno bene settimana dopo settimana e poi sicuramente la decisione spetterà al mister. Io posso solo allenarmi sempre, con grande voglia e basta.

Il mio sogno è sicuramente di vincere lo scudetto e, poi, magari alzare la Champions. Da tifoso milanista, l’ho vista alzare da grandi campioni  e un giorno vorrei alzarla anch’io come loro.

Sicuramente ho fatto la lotta quand’ero ragazzo, sia con mia madre che con amici e cugini tutti tifosi del Napoli, ma ho sempre mantenuto la mia fede milanista e l’ho portata avanti. Sono nato milanista, non è nata da una partita. C’è stato anche mio fratello che ha iniziato a giocare lì, da quel momento la mia passione è aumentata ed è scattato l’amore per i colori rossoneri.

In Europa ovviamente il nostro obiettivo è la Champions.

Come sono arrivato al Milan? Era quasi fatta per l’Inter in realtà. Due, tre giorni dopo doveva salire mio padre a Milano per parlare col Milan di mio fratello e gli chiesi di parlare anche di me. Senza nulla togliere all’Inter, che è una squadra straordinaria, ma come ho già detto sono tifoso del Milan e volevo a tutti i costi andare lì.

Si, mi piacerebbe tanto rimanere al Milan a lungo. Sono sempre stato tifoso e ho sempre sognato di esserne una bandiera un giorno, per cui, spero di rimanere tanto.

Il calcio dei grandi: Era sempre stato un sogno affrontare e vedere Gigi da vicino. Fortunatamente è successo e alla fine, quando mi ha abbracciato, mi sono anche emozionato un pochino; mi ha fatto i complimenti e lo ringrazio tanto. Calcisticamente è la prima volta che mi sono emozionato, perché è sempre stato il mio idolo da quand’ero bambino. Ma anche al Milan ho Christian Abbiati, che seguivo tanto anche da tifoso, per cui allenarmi la prima volta con lui è stato fantastico. Buffon prima del fischio d’inizio mi ha detto di non fargli fare brutta figura per quello che aveva detto su di me il girono prima della partita e dopo la partita mi ha fatto i complimenti e mi ha detto di continuare così.

A parte Buffon il mio riferimento adesso è Neuer, che nel gioco con i piedi e nelle uscite è fantastico, guardo tantissimo le sue partite e a volte cerco di imitarlo, anche nell’usare i piedi.

Ibrahimovic è un grandissimo campione. L’altra volta ho chiamato Enzo Raiola e gli ho chiesto se mi poteva far avere la sua maglia. Me l’ha portata, la tengo stretta nel cassetto e spero un giorno di poterci giocare assieme. In attacco fa davvero la differenza. Ti fa quella giocata che, nelle partite che fanno fatica a sbloccarsi, la risolve e sposta gli equilibri. Uno come lui in squadra farebbe molto comodo.”

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