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Donadoni: «Al Milan certezze ma anche potenziale non espresso»

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Donadoni parla del Milan a Gazzetta dello sport e lo fa sottolineando un aspetto importante della mentalità vincente di un gruppo coeso

Donadoni parla del Milan a Gazzetta dello sport e lo fa sottolineando un aspetto importante della mentalità vincente di un gruppo coeso

SU IBRA- «Zlatan è un campione di personalità. Quest’anno non è sempre stato disponibile, ma quando ha giocato è stato quasi sempre incisivo. Fa bene la società a ritenerlo indispensabile. Intorno a lui si dovrà costruire e far crescere, anno dopo anno, un gruppo altrettanto competitivo. Già quest’anno ho trovato piacevoli conferme in Calabria, Kessie e anche Tomori. Tutti e tre si sono dimostrati all’altezza, di spessore anche a livello caratteriale».

UNA SORPRESA- «Nessuno poteva aspettarsi il Milan secondo a questo punto della stagione. Vanno riconosciuti i meriti a tutti, squadra, allenatore e società. Poi è normale che in ogni stagione, anche nelle migliori degli anni ruggenti, ci sia qualcuno che non rende per quanto ci si aspettava. Ma non penso a Tonali: questi mesi gli sono servite per capire come si vive in un club di tale importanza, l’anno prossimo sarà quello della sua affermazione».

VALE ANCHE PER L’ATTACCO- «Da Leao a Brahim Diaz, fino ad Hauge: giocatori di grandi potenzialità, ma che hanno ancora molto da dimostrare.
Ho visto sprazzi di cose buone ma senza troppa continuità, quella che occorre a un buon giocatore per salire a un livello superiore».

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