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Conferenza stampa Conceicao: «Le polemiche delle ultime ore un attacco alla mia persona, mi difenderò nelle sedi opportune. L’Inter può vincere tre trofei? Noi due nonostante…»

Milan News 24

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Conferenza stampa Conceicao: il tecnico presenta da Milanello la sfida di domani contro il Lecce in trasferta. Le dichiarazioni

Sergio Conceicao, tecnico del Milan, presenta in conferenza stampa la sfida di domani contro il Lecce. Milannews24 seguirà la diretta LIVE dell’evento:

VICENDA PORTAVOCE – «Mi dispiace questa situazione. Non ho capito perché, non si capisce quello che mi ha fatto questo ex collaboratore, non so se pagato da qualcuno. Non ho capito. Una giornalista mi ha chiamato e mi ha mandato uno screen di questi punti a cui si riferisce. L’ha fatto per cattiveria, mi dispiace per tutti. Anche per quelli che lavorano qua al Milan. Noi siamo qua tutti i giorni, Zlatan e Geoff sono qua tutti i giorni. Discorsi con me, e con la squadra, discorsi tutti insieme… Abbiamo avuto una settimana pulita per lavorare su altre cose con tutto il gruppo a disposizione, anche Florenzi che è rientrato. È stata la prima settimana così, abbiamo fatto un buon lavoro, sono tutti i coinvolti. Sono uscito dal Porto con una situazione non bella e fino ad oggi non ne ho parlato ancora. Immagina allora che io sono qua a lavorare e mi metto a parlare di queste cose delicate. Nelle sedi legali ne risponderà, chi l’ha pagato e perché l’ha fatto».

SETTIMANA DI LAVORO – «È stato importante lavorare con alcuni giocatori su diverse situazioni su cui non abbiamo mai lavorato. Se parliamo di voglia non va bene, la voglia devono averla tutti. È una cosa che deve esserci tutti i giorni per chi entra qua a difendere questa maglia. In allenamento vedo chi mi dà più garanzie per iniziare la partita, tutti mi hanno dato una buona risposta. Poi sono io che devo scegliere la strategia migliore per vincere una partita difficile».

COME SI ESCE DA QUESTO MOMENTO – «Con i risultati. Per ottenere i risultati abbiamo bisogno di due caratteristiche: lavorare al massimo, dobbiamo fare molto di più come squadra. Poi c’è un pizzico di sfortuna da migliorare. È tutto diverso quando si vince. Anche per me è una novità perdere tre partite di fila. Non c’è altra strada che lavorare. Bisogna credere e fare, lavorare con la massima convinzione».

LECCE-MILAN – «Da quando sono arrivato qua, abbiamo avuto partite decisive ogni tre giorni. Abbiamo tredici partite sicure da qui a fine stagione. Inzaghi ha detto che possono vincere tre titoli, è vero, ma noi con la Coppa Italia ne potremmo vincere due in una stagione negativa».

CONVINZIONE CHE I GIOCATORI VOGLIANO RIBALTARE LA STAGIONE – «Ce l’ho, veramente. In questi due mesi ho avuto giornate difficile in questo senso qua, ma ora convinto che ora sono tutti molto… Quando sono arrivato qua abbiamo avuto 10 giorni incredibili con la Supercoppa, poi contro il Cagliari si è persa quell’anima e quell’energia grandissima presa a Riyad. Come media punti eravamo dietro il Napoli in campionato, poi dopo Zagabria è stato brutto con tanti errori, miei e dei giocatori. Dopo questa partita anche le due partite col Feyenoord, episodi di sfortuna… Non posso escludere una cosa dall’altra: Theo ha preso il rosso, ma potevamo 2-3 gol nel primo tempo. In quel momento eravamo in partita ed ero convinto che avremmo vinto. Con l’espulsione è cambiata la partita. Si è persa questa anima che non dobbiamo perdere, altrimenti entriamo in un buco da cui non usciamo più. Sono solo parole, lo so. Ma mi costa, così come costa ai tifosi. Mi costa stare qui con voi e vedere qualcuno di voi al telefonino… Ho un rispetto grandissimo. L’Arsenal ha battuto 7-1 il PSV è la stessa Arsenal contro cui io ho perso ai rigori l’anno scorso. Non è che da un giorno all’altro non capisco più niente di calcio, ho un percorso prima di arrivare qui. Mi devo giustificare tutti i giorni sul perché sono l’allenatore del Milan. Ci sono problemi grandissimi di negatività a tutti i livelli, ma bisogna guardare avanti e vincere. Io parlo, la settimana è stata molto buona a livello di lavoro. Ma non vuol dire che domani vinci 4-0 col Lecce, magari. Non dobbiamo guardare al passato, ma al futuro e il futuro è domani».

POSSIBILE ESCLUSIONE DEI BIG – «Sono il primo che non voglio perdere. Sarei masochista a pensare di mettere una squadra che non sia la migliore per vincere la partita. Poi ci sono altri momenti, ci sono 90 e più minuti, c’è questa gestione da fare e mi pagano per questo. Io scelgo in base alla forma dei giocatori, ad esempio uno ha tanta qualità e fisicamente non è a posto o in allenamento non mi dà le sensazioni giusti. Non è che hanno firmato per giocare sempre, gioca chi mi dà più garanzie. Pagano i leader domani? Sono io il leader, sono io che pago».

MIGLIORAMENTI A LIVELLO TATTICO – «Si sta lavorando. In questo momento non voglio entrare nello specifico. Giampaolo sarebbe contento se dicessi qualcosa del genere. Stiamo lavorando, la settimana è stata importante per le dinamiche che vogliamo quando abbiamo e non abbiamo la palla».

SANTIAGO GIMENEZ – «Sta lavorando. Arriva in un campionato che non è per niente facile, è diverso in Italia. C’è sempre un periodo di adattamento, è assolutamente normale. Non abbiamo castrato la sua qualità mettendogli un giocatore vicino. Ci stiamo lavorando e lui è molto concentrato sul suo lavoro, ha fatto una bella settimana di allenamenti. Ho visto tanti giocatori che sono arrivati in Italia, vedi Retegui, e hanno fatto fatica inizialmente. Non è facile arrivare in Italia e fare subito 15-20 gol. Lui lo vuole e lo voglio anche io, ma sta lavorando».

TROPPA EMOTIVITA’ – «Noi cerchiamo di tranquillizzare i giocatori in quei momenti, non è che se le cose non vanno bene dobbiamo reagire con poca intelligenza. Quest’anno l’ambiente dall’inizio non è bellissimo, noi dobbiamo concentrarci su cosa possiamo controllare: la prestazione. I giocatori devono avere questa responsabilità. Ci sono momenti di una squadra che molti cercano di fare il passo giusto ma comunque non succede».

ERRORI DI CONCEICAO – «Ho sbagliato come sbagliano tutti gli allenatori. Nei principi e di una dinamica di squadra ho le mie caratteristiche personali, quello che faccio lo faccio pensando al meglio. In questo percorso che ho avuto ci sono state più soddisfazioni che cose negative. Fuori dal gioco io e il mio staff abbiamo le nostre dinamiche, sono dinamiche dove il rispetto tra loro, tra lo staff tecnico e loro, tra loro e chi lavora qua è importante. Sono cose che dico anche ai miei figli. Come campo dico che è stata la prima settimana di lavoro sul campo che ho avuto a disposizione. Io provo a sbagliare il meno possibile. Un’esperienza così, anche nei momenti difficili, ti fa crescere».

COME VIENE VISSUTA LA SITUAZIONE INTERNAMENTE – «Cerchiamo di essere molto concentrati sul lavoro. Zlatan e Moncada sono tutti i giorni qua per fare il meglio per la squadra. Dobbiamo concentrarci su quello che possiamo controllare, fuori sono liberi di giudicare. Qualcuno è stato anche il mio allenatore… Sacchi due mesi fa ha detto che ero un signor allenatore, oggi mi spacca tutti i giorni. Lui ha avuto grandissimi campioni ed ha vinto, gli ho anche mandato un messaggio e non mi ha risposto. Viviamo del momento, c’è grande rispetto, le persone possono dire quello che vogliono».

GIOCATORI PIU’ RAPPRESENTATIVI CHE STANNO DELUDENDO – «Ci sono due cose. L’allenatore con i giocatori e Sergio Conceiçao con Leao, Theo e Maignan. La persona è una cosa, l’allenatore è un’altra. L’ha detto anche un grandissimo come Ancelotti. Come persone sono grandissime persone, come professionisti hanno alti e bassi come tutti. Sono giocatori che hanno dimostrato che qua al Milan possono fare la differenza perché hanno una qualità enorme».

DICHIARAZIONI DOPO ZAGABRIA – «A Zagabria abbiamo preso un gol che succede poche volte, poi c’è stata l’espulsione di Musah e abbiamo anche pareggiato. La base di cui parlavo era l’ambizione che ci portava direttamente agli ottavi di finale. Parlare dopo una sconfitta… Io sono appassionato, vivo le cose in questo modo. Anche se vinco non ho un sorriso pieno, la vivo così tutti i giorni. Sono fatto così, è il mio carattere. Ho 50 anni, è difficile che cambierò. Neanche quando giocavo con i miei figli ero tranquillo, figuriamoci ora nel mio sogno professionale che è stare qua al Milan. È il mio modo di vivere le cose come allenatore. Questa base è avere questo atteggiamento e voglia di migliorare. La vedo? Sì, è chiaro. Altrimenti che ci stavo a fare qua. È difficile spiegare. Contro la Lazio i primi 15 minuti sono stati bruttissimi, ma non era stanchezza. L’ambiente era difficile per i giocatori. Devo stare con la mia squadra, con i miei giocatori e dargli gioia e piacere in un momento difficile. Come uomini e come persone a volte guadagniamo qualcosa in più se pensiamo alle cose positive».

PARAGONE TRA IL SUO PORTO E L’ATTUALE MILAN – «Parlavo di questo quando ho visto la partita dell’Arsenal… La solidità, la compattezza della squadra, anche con meno qualità rispetto ai giocatori che ho oggi, era fantastica. Deve essere un comportamento armonioso, dove tutti sanno cosa stiamo facendo per rubare palla agli avversari. Tutti i giocatori devono avere un comportamento da soldato: sto trovando più difficoltà di far passare questo messaggio. Ora stiamo lavorando con chi ha giocato di più, abbiamo cominciato questa settimana. Vedremo qualcosa di diverso già domani? Io lavoro veramente su questo… Domani un Milan migliore? Dopo una settimana? Va bene, accetto la sfida (sorride, ndr)».

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