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Calabria e Theo ali aggiunte per Pioli: la strategia del Milan – ANALISI TATTICA

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Il Milan, primo in Serie A, espugna Udine anche grazie alla costante proiezione offensiva di Calabria e Theo Hernandez

Negli ultimi passi falsi dell’Inter, si è criticato Conte per il poco coraggio. Nonostante i nerazzurri affrontassero squadra passive e molto chiuse, quasi senza velleità offensive, il tecnico leccese ha mantenuto il 3-5-2 anche a gara in corso, senza passare a una difesa a 4 per avere più uomini in avanti.

Al contrario, il Milan che abbiamo visto a Udine si è preso molti più rischi. I friulani si difendevano con un baricentro basso e rinunciatario, in cui le linee erano strettissime per impedire ricezioni centrali agli avversari. Per sfondare il blocco avversario, i rossoneri hanno attaccato con tanti uomini.

Nel calcio di oggi, i moduli sono spesso asimmetrici: un terzino rimane stretto mentre l’altro si alza, per dare più equilibrio alle transizioni difensive quando si perde palla. Invece, il 4-2-3-1 del Milan di ieri era “puro”: Theo Hernandez Calabria erano infatti in costante sovrapposizione, molto alti nelle fasi di attacco posizionale (spesso il francese ruotava anche con Leao, entrando dentro al campo). I laterali “bassi” si trovavano sempre sulla stessa linea delle punte.

In tal modo, i rossoneri riempivano il fronte offensivo con tanti riferimenti. C’erano due terzini sempre alti e 4 attaccanti dentro al campo, senza dimenticare Kessié Bennacer (i due mediani) molto avanzati sulla trequarti.

Come si vede nella slide sopra, il Milan – che ha attaccato in un fazzoletto di terra – ha riempito la trequarti con tanti giocatori, atteggiamento che ha permesso di rendersi pericolosi e di creare continue preoccupazioni alla linea rivale.

Va da sé che questo approccio presenta rischi quando l’avversario recupera il possesso, visto che rimangono solo due difensori centrali. Quando le energie vengono meno, ci si allunga e si commettono più errori tecnici, c’è il pericolo di farsi trovare sempre spaccati in due.

Un qualcosa che si è visto con chiarezza nel secondo tempo del match di Udine. Il Milan ha perso molti più palloni in zona di rifinitura, con meno brillantezza sia nei passaggi che negli smarcamenti. Di conseguenza, ci sono state diverse ripartenze dei padroni di casa (per fortuna di Pioli non concretizzate).

Si vede bene nella slide sopra: se si gioca con i terzini entrambi alti, il rischio è quello di avere buchi in fascia quando l’avversario recupera il possesso.

Ancora una volta, Ibrahimovic ha tolto le castagne dal fuoco al Milan di Pioli, in una ripresa dove i rossoneri sembravano essersi spenti. Il tecnico parmigiano si è sempre distinto per squadre ultra-verticali e frenetiche, che cercano di arrivare rapidamente in porta. Per quanto questo Milan continui a essere poco lucido e paziente quando è pressato (si è visto contro la Roma), sembra avere una buona capacità di gestire i ritmi della gara: qualità che non si vedeva nelle sue precedenti squadre.

E’ comunque un Milan ambizioso, che attacca con tanti uomini e accetta di concedere qualcosa in caso di ripartenza avversaria. Finora, l’eccellente condizione fisica dei rossoneri, che permette ai rossoneri di esaltarsi quando le distanze si dilatano, sta premiando il coraggio dei rossoneri. Pioli si gode così la testa della classifica.

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