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Borini: non esiste il comunicato dello Shenzhen, ecco l’ultima offerta dei cinesi – ESCLUSIVA

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Borini, non esiste il comunicato ufficiale dello Shenzhen. Ecco gli ultimi aggiornamenti e l’ultima offerta dei cinesi

Ripercorriamo le tappe del caso Borini. Come noto, il giocatore interessa in Cina ed in particolar modo allo Shenzhen. Inizialmente la società asiatica aveva presentato una prima offerta al giocatore pari a 10 milioni di euro a stagione, poi aveva fatto un’offerta ai rossoneri. Nelle ultime ore i media internazionali hanno dato per saltata la trattativa citando lo Shenzhen Evening Post che a sua volta riprenderebbe un comunicato ufficiale del club.

In realtà, secondo alcune indiscrezioni raccolte da una nostra fonte cinese, lo Shenzhen non avrebbe fatto nessun passo indietro. La conferma sarebbe l’assenza del comunicato che tutte le testate stanno citando: sul sito del club l’ultima news/comunicato risale al 3 gennaio ed è relativo al torneo Belt and Road (evento sportivo che cita la strategia economica di cooperazione con l’Europa inaugurata da Xi Jinping). In Cina difficilmente una società diramerebbe un comunicato ufficiale per delle voci di mercato provenienti per lo più dall’Europa (fondate o inventate che siano).

Chiaramente l’affare con il Milan è lontano dall’essere concluso principalmente per due motivi: il primo è la richiesta dei rossoneri di 10 milioni di euro per il cartellino che al momento non è stata pareggiata. La seconda questione riguarda la Luxury Tax, cioè la nuova manovra fiscale relativa al calcio a partire dalla fine del 2017. Per incentivare la formazione di calciatori cinesi il governo ha ostacolo le spese milionarie per giocatori stranieri. Come? Si può spendere fino a 6 milioni di euro circa per i talenti esteri, oltre questa soglia la tassazione è pari all’importo versato per l’acquisto.

Quindi Borini a 10 milioni costerebbe allo Shenzhen il doppio. Per questo motivo il club cinese si è fermato a 6 milioni e non rialzerà. In altri termini ora sta a Leonardo accetterà i 6 milioni e a Borini decidere se volare in Asia per 10 milioni di stagioni (sugli stipendi non c’è tassazione eccezionale).

 

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