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Ambrosini sicuro: «Milan da scudetto, si vede già la mano di Allegri. Modric trasmette le stesse vibrazioni di Maldini. E a Leao dico questa cosa»

Milan News 24

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Ambrosini, storico capitano del Milan, è convinto che i rossoneri di Allegri possano lottare per lo scudetto fino alla fine

Massimo Ambrosini, ex capitano del Milan e oggi opinionista DAZN, ha analizzato con grande attenzione su La Gazzetta dello Sport la situazione del club rossonero. Colpito in particolare dalla leadership di un fuoriclasse, Ambrosini non lesina consigli e paragoni illustri.


IL PARI CON LA JUVE: BENE O MALE? – «Non è obbligatorio scegliere (sorride, ndr). Se vai a contare le occasioni da gol ne ha create più il Milan, che è andato più vicino al successo».


LE PRIME 6 GIORNATE – «Mi è piaciuta perché ha un ottimo spirito e una notevole organizzazione. La conferma arriva dai gol subiti: l’ultimo su azione è stato la rovesciata di Bonazzoli alla prima giornata… Se non sei solido, non riesci a tenere la porta imbattuta in quattro delle prime sei gare di campionato. La mano di Allegri si vede chiaramente».


DOVE PUO’ MIGLIORARE – «Il centrocampo è forte, molto forte, ma gli esterni possono e devono crescere. E poi ci sono gli attaccanti: secondo me bisogna capire come le due punte del 3-5-2 coesisteranno. Soprattutto quando Leao sarà al top della condizione».


GIMENEZ STA CRESCENDO – «Vero, ma a Torino il messicano ha fatto la miglior prestazione della stagione: ha legato il gioco, ha corso tanto, ha sfiorato il gol di testa e con un tiro da fuori area, oltre a procurarsi un rigore».


L’INTESA TRA PULISIC E GIMENEZ – «Pulisic svaria su tutto il fronte offensivo e ha in Gimenez un punto di riferimento importante che tiene impegnati i difensori. Se l’americano ha fatto benissimo finora, il merito è anche di Santi».


LEAO CENTRAVANTI – «È il grande interrogativo di questo momento. Il mister ha ragione quando dice che Leao qualche movimento da prima punta lo fa: il diagonale di destro, su lancio di Modric, parato da Di Gregorio, arriva dopo un bel taglio. Il centravanti però deve anche giocare spalle alla porta… Leao ci riuscirà? E poi c’è il tema della coesistenza con Pulisic: devono imparare a gestire gli spazi perché entrambi amano allargarsi sulla sinistra e così rischiano di ‘svuotare’ l’area di rigore».


GLI ERRORI A TORINO – «Può succedere di calciare alto un rigore e anche sulle palle gol non sfruttate da Leao non mi dilungherei troppo perché soprattutto la prima non era facile da girare in porta in una frazione di secondo. Ho visto errori peggiori… A proposito di Rafa piuttosto voglio aggiungere una cosa».


LEAO DEVE ADATTARSI – «Di fronte a sé ha una grande opportunità: il Milan in questa stagione ha tracciato una linea per quel che riguarda lo spirito e l’atteggiamento da tenere in campo e lui deve adeguarsi. Tecnicamente non si discute, ma tatticamente deve lavorare, adattarsi. E poi deve tirar fuori predisposizione al sacrificio, rabbia agonistica e cattiveria».


ALLEGRI RIUSCIRA’ A CONVINCERLO – «Ci tengo a sottolineare che Leao ha qualità straordinarie e va concesso a un calciatore soprattutto del suo livello di rimanere con la propria indole e le proprie caratteristiche di base. Ciò premesso, ha il dovere di sforzarsi per aiutare la squadra. Dare un giudizio definitivo e sostenere che non può fare il centravanti sarebbe sbagliato perché ha giocato due spezzoni di partita con una condizione fisica non ottimale. Certo un dubbio sull’adattabilità al nuovo ruolo resta anche a me. Vedremo presto».


IL MILAN É DA SCUDETTO – «Con questo spirito e senza infortuni agli elementi chiave, può lottare fino alla fine. L’Inter però ha ripreso a camminare forte e a macinare gioco come nelle corde della squadra. I nerazzurri sono forti e anche il Napoli è migliorato grazie al mercato».


MODRIC RICORDA PIRLO – «Per il carisma e le vibrazioni che trasmette quando è in campo, dico che il croato è più simile a Paolo Maldini. Andrea è stato unico nel panorama mondiale per come ha interpretato dal punto di vista tecnico il ruolo, ma per le sensazioni che Modric dà in campo, per come contagia e trascina i compagni con la sua presenza, lo paragono a Paolo, il mio grande capitano».

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