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Allegri Milan, il livornese sorprende critici e addetti ai lavori: è un Max 2.0, totalmente ribaltata la teoria del Corto Muso. Quel dettaglio non mente
Allegri Milan, il tecnico livornese, in questo inizio di stagione, ha sorpreso scettici e addetti ai lavori: ribaltata la teoria del Corto Muso
Dopo un anno sabbatico, Massimiliano Allegri è tornato sulla panchina del Milan, una scelta che aveva fatto storcere il naso a molti, compresi i tifosi rossoneri. L’idea comune era che il tecnico livornese, noto per il suo “corto muso” e un approccio più difensivista, non si fosse evoluto, rimanendo ancorato a vecchie convinzioni di gioco che mal si sposano con il calcio moderno.
Eppure, questo inizio di stagione ha sorpreso tutti. Il Milan di Allegri non è solo una squadra che vince, ma che gioca e diverte. Un’evoluzione che, come riportato anche dalla Gazzetta dello Sport, dimostra come il tecnico abbia sfruttato la sua pausa per studiare e aggiornarsi, riproponendosi con un volto completamente nuovo. Il direttore sportivo del club, Igli Tare, che ha creduto fortemente nel ritorno di Allegri, può dirsi soddisfatto.
Il nuovo volto del Milan è evidente soprattutto in attacco. Chi pensava che le partite finissero sempre 1-0 si è dovuto ricredere. In sole 6 partite (compresa la Coppa Italia), la squadra ha segnato ben 12 gol, con una media di due reti a partita. Non si tratta solo di numeri, ma di un approccio tattico rinnovato. L’intera squadra è coinvolta nella fase offensiva, come testimonia il fatto che ben 8 giocatori diversi sono già andati a segno. Una varietà di marcatori che dimostra la coralità e la fluidità della manovra. E tutto questo accade senza Rafael Leao, il giocatore più importante e incisivo, assente per infortunio da più di un mese.
Un equilibrio tra attacco e difesa
Nonostante l’enfasi sul gioco offensivo, il Milan di Allegri non ha trascurato la difesa, un punto di forza storico delle squadre del mister. La Gazzetta dello Sport evidenzia come la retroguardia rossonera sia una delle più solide d’Europa. Insieme al Liverpool, il Milan è la squadra dei cinque maggiori campionati europei che ha concesso il minor numero di tiri in porta, appena 9. Questo equilibrio tra un attacco prorompente e una difesa granitica è la vera chiave del successo iniziale della squadra.
Il lavoro del direttore sportivo Igli Tare è stato fondamentale per costruire una rosa che potesse permettere ad Allegri di esprimere questo nuovo tipo di calcio, fornendo al tecnico gli interpreti giusti. La sinergia tra Allegri e Tare sta dando i suoi frutti, e la squadra sembra aver trovato la quadratura del cerchio.
Ora, il vero banco di prova attende il Milan. Le prossime sfide, prima contro il Napoli campione d’Italia e poi contro la Juventus, diranno se questa squadra è pronta per lottare per i massimi obiettivi. Sarà un test cruciale per confermare il potenziale espresso finora e per zittire, una volta per tutte, i critici. Il Milan di Allegri si è trasformato, e il mondo del calcio si chiede fino a dove potrà arrivare.
