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Milan Chelsea, Albertini: «Quando l’arbitro ha fischiato il rigore ho cambiato canale»

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Milan Chelsea, Albertini: «Quando l’arbitro ha fischiato il rigore ho cambiato canale». Le parole dell’ex centrocampista rossonero

Demtrio Albertini ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Temi principali Milan-Chelsea e le possibilità di qualificazione. Le dichiarazioni dell’ex centrocampista rossonero.

ESPERIENZA IN CHAMPIONS – «Il Milan è tra le squadre più giovani della Champions, a molti dei giocatori di Pioli manca l’abitudine alla partita internazionale»

ESPERIENZA DELL’ANNO SCORSO – «Le partite internazionali non vanno solo contate, vanno pesate. Le presenze e il minutaggio sono una cosa, tutt’altro è l’obiettivo per cui si gioca: è quando giochi per vincere, per fare strada fino in fondo, che riesci a sostenere certi confronti e a lottare con i più forti. Il Milan ci arriverà, sta vivendo un processo di crescita, come del resto gli è accaduto in questi anni in Italia».

VELOCITÀ – «Ed è proprio il ritmo l’altro fattore che marca la differenza tra le nostre squadre e quelle di Premier, della Liga, di Bundesliga. In Serie A si gioca un calcio più lento, meno dinamico: il Milan va controcorrente, ma in Champions, quando incroci una squadra come il Chelsea lo paghi. Anche se la partita di martedì non fa testo».

ARBITRAGGIO – «Non ero allo stadio, la stavo guardando alla tv. Quando ho visto l’arbitro fischiare quel rigore ed espellere Tomori ho cambiato canale. Il calcio è uno sport di contatto, che non ci fosse alcun fallo lo dimostra anche il fatto che Mount abbia concluso l’azione e tirato. Un errore inequivocabile dell’arbitro non può rovinare una partita in questo modo, è un peccato perché sono convinto che il Milan avrebbe anche potuto vincere. Detto questo, il destino è ancora nelle mani dei rossoneri».

QUALIFICAZIONE – «Mi stupirei se non passassero il turno. Il Milan può e deve qualificarsi, mi aspetto che riparta da una vittoria a Zagabria. Anche se non è partito per vincere la Champions, ha bisogno di allenarsi a giocare partite in cui non si può sbagliare. E quelle partite esistono solo in Champions: in questo senso è un torneo completamente diverso dal campionato».

SALTO DI QUALITÀ – «Per prima cosa, la squadra non deve perdere quella generosità che le ha permesso di vincere lo scudetto. Pioli magari corregge qualcosa, come tra andata e ritorno con il Chelsea, ma non cambia l’approccio dei suoi tra A e Champions, e fa bene: con un po’ di esperienza in più, il Milan potrà senz’altro alzare il livello an- che in Europa. Penso che la ricetta per tornare vincenti anche fuori dai confini italiani sia questa: continuare a seguire il per- corso di crescita che allenatore e giocatori stanno portando avanti senza snaturarsi, e inserire progressivamente grandi giocatori»

RINNOVO LEAO – «Per Leao vale una regola fondamentale sul mercato: puoi sbagliare a comprare, ma non puoi sbagliare a vendere. Il Milan ha saputo sostituire Donnarumma, un numero uno di livello mondiale, con Maignan che si è rivelato straordinario, ma in questo momento è dura trovare in giro un calciatore con i colpi di Leao. Lui, Tonali e De Ketelaere sono il futuro della squadra».

MIGLIORARE LA SQUADRA – «Con un attaccante alla portata delle casse del club, ma capace di fare la differenza subito. Giroud non è eterno, lo stesso vale per Ibra. Fino a quando non ci sarà la possibilità di investire come le grandissime d’Europa, occorre scovare i talenti che nelle big non trovano spazio, come aveva fatto la Juve a suo tempo con Morata. Penso a Broja del Chelsea, ad esempio».

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