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LA FINE DI UN’ERA

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Si chiude dopo 31 anni l’era Berlusconi al Milan. Per fortuna, purtroppo.

Per fortuna – Perché negli ultimi 6 anni è venuto meno l’impegno economico del presidente che ha preferito dare la precedenza ad altre attività. La colpa dei fallimenti sportivi è stata scaricata sui diversi componenti della società, prima Ariedo Braida (attuale direttore sportivo del Barcellona), poi su Galliani, protagonista di alcune disastrose campagne acquisti. Troppi anche gli allenatori cambiati negli ultimi anni. Di Allegri Berlusconi disse “No el capisse un casso” (9 febbraio 2013); poi una lunga sequenza di decisione sbagliate del presidentissimo in collaborazione con Galliani: Seedorf, Inzaghi, Brocchi, Mihajilovic.

Purtroppo – Purtroppo perché ci eravamo abituati bene a vincere su ogni campo in tre decenni di presidenza Berlusconi. Ci eravamo abituati a prendere in giro la seconda squadra di Milano, quella che per vincere una Champions League ha impiegato più di mezzo secolo. I migliori calciatori al mondo guardavano il Milan come punto di arrivo, non come punto di partenza. I giocatori arrivavano a suon di miliardi (prima), di milioni poi. Gullit, Van Basten, Rijkaard, Nesta, Ronaldinho, Rui Costa, Inzaghi, Weah, eccetera, eccetera, eccetera. Ci pensava Galliani: partiva sornione, senza proferir parola con i giornalisti, e tornava a braccetto con il campione di turno. Il mondo invidiava il Milan.

Bilancio – Ma, come in tutte le cose nella vita, c’è una fine. La fine di un’era, non la fine del Milan. Berlusconi lascia il Milan dopo 31 anni, 865 milioni di euro investiti nella squadra rossonera, 29 trofei. Lasciano anche Galliani e Barbara Berlusconi, dopo i recenti addii di Braida e dell’invisibile, ma pur sempre presente, Tassotti. Della vecchia guardia rimane solo il legale Cantamessa che dovrebbe continuare la propria attività all’interno della società.

Quale futuro? – Di cosa sia capace questo Yonghong Li lo vedremo presto. Si sa poco del suo passato, ancor meno delle sue intenzioni. Bisognerà lasciar lavorare in tranquillità Mirabelli e Fassone, i quali sono persone esperte del settore e sembrano già avere le idee chiare sulla gestione del club. Il prossimo mercato di giugno sarà il banco di prova della nuova dirigenza, impegnata nel difficile compito di creare una squadra competitiva in poco tempo. Si vedrà. I tifosi rossoneri sono un po’ preoccupati, ma saranno sempre a fianco della squadra. Perché il Milan, come disse Berlusconi in un lontano 27 luglio del 1988, è sacro.

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